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Occupato Palazzo Hercolani per la Palestina libera e per una nuova università

Ricondividiamo il comunicato di Studentə e dottorandə dell’Università di Bologna e di Palazzo Hercolani per l’occupazione iniziata oggi di Palazzo Hercolani, sede di Scienze Politiche e Sociologia, in Strada Maggiore 45 a Bologna.

Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema

Siamo studentə e dottorandə dell’Università di Bologna e dei Dipartimenti di Sociologia e Scienze Politiche di Palazzo Hercolani.
Abbiamo deciso di occupare la nostra sede per continuare a dare carburante al movimento per la liberazione della Palestina. Pensiamo che, dopo le oceaniche mobilitazioni delle scorse settimane per la Global Sumud Flotilla e contro il genocidio in Palestina, sia necessario un salto di qualità di questo movimento e che ciò non possa che partire dalle università.

Queste mobilitazioni hanno dimostrato, tra le tante cose, un elemento fondamentale: c’è un divario enorme tra ciò che le persone dimostrano di volere e ciò che il governo italiano fa. Il mondo osserva in diretta un genocidio e ne pretende la fine; il governo continua a vendere armi e stringere accordi con Israele.


In questo contesto, la Flotilla ha risvegliato l’immobilismo sociale degli ultimi anni. È stato il principio di efficacia – sapere che si può contare e incidere – che ha spinto la moltitudine a bloccare in massa aeroporti, stazioni, porti e intere città durante gli scioperi generali e le manifestazioni di queste settimane. Del resto, è questo che dovrebbe significare attivarsi: assumersi la responsabilità di determinare i cambiamenti che vogliamo vedere nel mondo.
Per questo pensiamo sia necessario conoscerci e darci spazio. Sentiamo l’esigenza di spezzare la normalità del presente. Vogliamo creare un hub organizzativo per un movimento che ora ha bisogno di riconoscersi, confrontarsi ed evolversi partendo da Palazzo Hercolani ma unendoci ed espandendoci ad altri Dipartimenti. Vogliamo porre le basi per creare un metodo organizzativo nuovo e creativo che riesca a superare alcuni dogmi dei collettivi; che sia all’altezza del periodo storico e del movimento globale contro le oppressioni che fa sventolare la bandiera pirata di One Piece.
Non possiamo tornare a un’ingiusta normalità ora che abbiamo capito che se ci attiviamo in prima persona possiamo trasformare il brutale mondo in cui viviamo.


Allora, cosa facciamo? Blocchiamo tutto e ci organizziamo!

I cartelli nelle piazze di queste settimane sono stati chiari: “Volevamo liberare la Palestina, invece la Palestina sta liberando noi“. Partiamo da questo. Immaginiamo come possiamo migliorare in primis la nostra situazione e quotidianità. Partiamo da un’Università totalmente asservita al capitalismo contemporaneo – che quindi riproduce un sistema che genera precarietà esistenziale, devastazione ambientale, violenze di genere, etc – e da reimmaginare come un’istituzione capace di creare spazi di discussione e di organizzazione, oltre che di sapere critico rispetto a questa contemporaneità disumana. Servono discussioni, saperi e strumenti da cui attingere per trasformare l’esistente.
Allo stesso tempo, UniBo continua a intrattenere rapporti con Israele, con il genocidio e con la guerra. Questo ci fa inorridire e vogliamo il boicotaggio accademico di tutte quelle aziende, enti e università che contribuiscono al genocidio del popolo palestinese e all’escalation bellica che stiamo vivendo.


Chiamiamo quindi studentə, dottorandə, personale tecnico-amministrativo e tutte le componenti universitarie a supportare attivamente l’occupazione. Chiediamo ai docenti di non limitarsi a esprimere solidarietà, ma di partecipare in prima persona alla costruzione di questa pratica, per esempio rimodulando le loro lezioni in accordo con studenti e studentesse. Invitiamo la parte solidale della città di Bologna a partecipare, ognunə come può, diventando l’equipaggio di terra della Global Sumud Flotilla.
Vogliamo essere laboratorio politico, aperto e da costuire insieme per confrontarci ed organizzarci a supporto del movimento per la liberazione della Palestina e per trasformare radicalmente il presente in cui viviamo.


Invitiamo la comunità universitaria, collettive, gruppi di affinità e chiunque voglia partecipare a questo laboratorio permanente a costruirlo insieme a noi.


Studentə e dottorandə dell’Università di Bologna e di Palazzo Hercolani contro
il genocidio e per una nuova Università