Riflettori puntati sull’incontro che ci sarà lunedì 23 dicembre a Bologna tra attivist* e inquilin*, amministrazione, e dirigenza di Camplus. L’incontro è stato ottenuto dopo che la nota catena di studentati e appartamenti per student* ha mostrato la sua arroganza chiamando la celere a sgomberare la protesta organizzata sotto la sede di via Sacco mentre era in corso una loro riunione la mattina del 18 dicembre. Alla richiesta di spiegazioni sull’aumento dei canoni, sui prezzi folli raggiunti, sulla scarsa manutenzione del palazzo, l’immagine da buon padre di famiglia del Brand legato a Comunione e Liberazione si è immediatamente incrinata. La reazione è stata di Caporalato Abitativo, con intimidazioni verso le proprie inquiline, l’intenzione dimostrata di metterle alla porta e l’utilizzo della forza fisica da parte dei dirigenti Camplus.
Camplus nel frattempo ha avviato una nuova joint venture europea, con la partnership di altri fondi privati e di Cassa Depositi e Prestiti, per 100 mln di euro. A Bologna si prevedono ulteriori 250 posti letto in residenze private finanziate con soldi pubblici, oltre all’appropriazione già in corso da tempo di immobili in tutta la città. Le tendenze della nostra città sono globali. La speculazione ad opera di studentati privati che determina prezzi e leggi nelle città è un fenomeno che attira interesse ovunque e per questo la vertenza che si è mossa a partire da alcune inquiline della grande catena è molto importante.
Dopo gli scontri Camplus ha dichiarato che è irresponsabile da parte del Collettivo Luna e di ADL “cavalcare il disagio sociale”. Ma sono proprio questi grandi fondi, i proprietari, le agenzie che hanno cavalcato il disagio finendo per creare una situazione strutturale di invivibilità con prezzi galoppanti da 400/600/800 euro al mese, lettere di aumento dei canoni, disdette di contratti per valorizzare le case sul mercato turistico o di lusso. La vicenda specifica che stiamo trattando parla di tutto questo, ed è per questo motivo che presupposto dell’incontro di lunedì è che il proprietario, in questo caso Camplus, si adoperi celermente per risolvere i problemi strutturali che i suoi inquilini vivono, a partire dall’acqua calda, dalla salubrità degli ambienti e dalla riparazione dei grandi elettrodomestici e della lavatrice. Altrimenti i panni sporchi li dovrà lavare direttamente il CEO di Camplus.
Ma questa vicenda parla di uno scontro di classe galoppante. Perché a cavalcare il disagio sociale non è chi lo vive in prima persona, ma chi specula sui prezzi, utilizzando peraltro anche buona parte dei fondi del PNRR destinati ai posti letto per student*. Camplus dimostri il contrario e stabilisca affitti adeguati ai redditi precari della città: per un posto letto 150 € possono e devono bastare. Questa è una proposta concreta sulla quale dare battaglia.