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L’autonomia differenziata mette la pietra tombale sul servizio sanitario nazionale

La legge sull’Autonomia Differenziata è passata alla Camera dopo una seduta fiume durata l’intera notte, al termine della quale si sono viste sventolare le bandiere del sedicente indipendentismo del nord.
Ultimamente si scrivono, in rapida successione l’una dopo l’altra, pagine nere della storia del nostro paese ma sembra che nulla sia in grado di destare la nostra indignazione e di svegliarci dal nostro torpore.

Facciamo uno sforzo e proviamo a ricordare alcuni dei più importanti passaggi che vi sono stati di recente: è stato cestinato il reddito di cittadinanza, sono state aperte le porte dei consultori ai pro vita antiabortisti, vi è stata la definitiva distruzione della RAI, è passato l’inumano decreto Cutro, si finanziano CPR in Albania, un assurdo decreto lavoro varato proprio il 1mo maggio dell’anno scorso e tanto altro ancora. Bisogna riconoscere che le mobilitazioni che si sono date su questi fronti, seppur importanti e generose, non hanno avuto la capacità di massificare le vertenze per arrestare i processi di smantellamento di grandi pezzi di diritti che davamo ormai per acquisiti.

Oggi con l’autonomia differenziata si compie un altro capolavoro, un capolavoro che acuisce ulteriormente la differenza tra nord e sud con quest’ultimo che viene definitivamente scaricato politicamente e non solo.

La più immediata traduzione di questo scempio la vedremo sulla definitiva distruzione del SSN con LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e prestazioni non condivise, con politiche sanitarie differenziate e sottodimensionate tra nord, centro e sud e con un esponenziale aumento del cosiddetto turismo sanitario contribuendo al blocco definitivo del sistema. Questi effetti si abbatteranno più velocemente sulle teste della popolazione in condizioni di povertà assoluta e povertà sanitaria ma poi via via anche su quelle di tutti gli altri. Nessuno si salverà se non chi gode il privilegio di un’assicurazione sanitaria integrativa oppure ha abbastanza denaro per permettersi le cure presso la sanità privata.

Tornando ai dati sulla povertà in crescente aumento (nonostante TeleMeloni attui una continua diffusione di dati fuorvianti in tal senso), dove in alcune zone dello stivale tocchiamo livelli indegni per un paese che si vuole civile, tutto ciò dovrebbe allarmarci ed invece a chiamare le piazze sono soltanto gli stessi che in un modo o nell’altro hanno contribuito largamente a costruire il terreno fertile per questa manovra. E parliamo del Partito Democratico dove uno dei suoi uomini di punta, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha sempre ammiccato a questa misura arrivando post covid a teorizzarne una “versione soft”.

Per cui, se nel prossimo futuro l’opposizione a queste misure avrà le stesse caratteristiche del passato, non vediamo margine di manovra. Saremo sempre disposti e disponibili invece a costruire e discutere di un’alternativa radicale che ponga al centro una volta per tutte la salute di prossimità, il territorio e la cultura della prevenzione.

A furia di colpi di mano e di decreti leggi propagandistici ci stanno togliendo pezzo dopo pezzo tutto quello che le generazioni precedenti avevano conquistato. E poco importa se questi decreti il più delle volte sono totalmente contraddittori tra loro (da una parte si fa l’autonomia differenziata mentre qualche giorni fa il decreto Schillaci proponeva la centralizzazione nazionale del CUP), passano senza colpo ferire.

Ora però è giunta l’ora di dire basta, di porre un punto, dobbiamo reagire!

Non considereremo mai opzioni arrendevoli e men che meno catastrofiste così come sappiamo che l’unica via per opporsi a questo presente cupo è quella di lottare, comporre (ri-comporre) la società civile e i movimenti e ricominciare a strappare giorno dopo giorno vecchi e nuovi diritti dalle mani di chi, nel nome del patriottismo, sta svendendo in primis la salute dei suoi cittadini.

Proprio per questo l’appuntamento di domani del Laboratorio Cittadino per la difesa ed il rilancio del SSN assume una grande importanza, assume una grande importanza, perché dobbiamo iniziare a lavorare fin da oggi alla costruzione di un percorso sempre più largo che arrivi ad impattare intanto a livello regionale ma che abbia anche l’ambizione di federare altri percorsi già esistenti a livello nazionale e, perché no, europeo.

Il momento di lottare è ora! Non possiamo più rimandare!

Adelante!