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Per un’opposizione sociale al governo Meloni – assemblea nazionale domenica 21 settembre a Roma

Domenica 29 giugno, a Sherwood Festival, ci siamo presi un momento per riflettere su quanto costruito in questi mesi e per rilanciare. A partire dall’esperienza della Rete A Pieno Regime e dalle mobilitazioni che l’hanno attraversata, vogliamo dare vita a un autunno di lotta capace di raccogliere un’eredità importante e aprire una nuova stagione di opposizione sociale: al governo Meloni, alla guerra, all’autoritarismo.

Il primo appuntamento fondamentale sarà l’assemblea pubblica nazionale di domenica 21 settembre a Roma, un momento aperto di confronto e organizzazione per tutte le soggettività che vogliono costruire un’opposizione sociale autonoma, radicale, plurale.

Negli ultimi mesi si è aperta, forse per la prima volta dall’insediamento del governo, una possibilità concreta di contrasto. Il disegno di legge sicurezza, concepito come celebrazione ideologica di una svolta post-democratica, è stato costretto dal basso a un percorso accidentato fino alla sua trasformazione in decreto – uno strumento giuridicamente più debole, come confermato dalla recente sentenza della Cassazione. Non è un dettaglio tecnico, ma il risultato politico di una mobilitazione di massa, determinata e conflittuale, che ha saputo unire radicalità e capacità di costruzione.

Questa mobilitazione ha mostrato che è possibile andare oltre le coalizioni di scopo: costruire convergenze vere, generare processi ricompositivi, elaborare visioni alternative alle politiche del governo Meloni.

Ma la battaglia sul decreto non è conclusa. Si inserisce in un quadro più ampio, segnato da una tendenza autoritaria sempre più evidente e da un’escalation bellica globale che impatta direttamente sulle nostre vite. La guerra, oggi, non è solo una questione geopolitica: è un dispositivo di governo che produce precarietà, disuguaglianza, controllo, esclusione. Ed è sostenuto da chi ne trae profitto: governi, grandi aziende, magnati della tecnologia e della logistica, che modellano il nostro presente e i nostri territori a immagine e somiglianza delle proprie strategie di potere.

Per questo è urgente costruire una visione organica di opposizione alla guerra e all’autoritarismo, capace di intrecciare lotte sociali e territoriali, indicare chiaramente chi alimenta questo sistema di dominio e sfruttamento. Un’opposizione che sappia contrastare anche il modo in cui le politiche di riarmo stanno orientando le scelte politico-economiche del governo Meloni, accelerando la demolizione definitiva della spesa sociale e sottraendo risorse a scuola, sanità, welfare e diritti.

In questo contesto, produrre opposizione sociale significa trasformare le nostre pratiche, generare conflitto, ma anche confrontarsi con ciò che accade nei palazzi del potere, smascherarne i meccanismi e sabotarne le narrazioni. Serve una risposta all’altezza della crisi democratica che stiamo attraversando: un’alternativa concreta al mondo che crolla della democrazia liberale.

Le tante realtà che attraversano la Rete A Pieno Regime saranno presenti nei prossimi mesi in diversi appuntamenti politici in tutta Italia, con l’obiettivo di rafforzare le connessioni esistenti, ampliare le dinamiche di convergenza e costruire insieme lo spazio politico necessario per affrontare la fase che ci attende.

Tutto questo ci conduce a domenica 21 settembre, quando ci ritroveremo a Roma per una grande assemblea nazionale: un momento decisivo per condividere prospettive, strumenti e alleanze contro la guerra, il governo Meloni e la deriva autoritaria.