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Settimo scaffale – NarcosUnitedoftheWorld.2

Per leggere qualcosa su uno dei pilastri dell’economia globale, cioè il narcotraffico, bisogna spulciare tra gli scaffali. L’argomento non è tra i più gettonati, anche nuove ed interessanti serie televisive sull’argomento scarseggiano. Quello che si fa fatica a trovare è qualcosa che parli dell’oggi, dei cambiamenti in corso.

Non siamo più nel tempo dei narcos, dei boss facilmente riconoscibili, dei campi coltivati ben in vista, dei territori precisamente delineati di proprietà di questo o quel cartello, mafia, organizzazione. Non si vedono più le valigette di contanti che passano di mano in mano, le filiere immutabili delle relazioni parentali o di clan. Droghe prodotte con sempre nuovi precursori chimici si aggiungono alle droghe “old style”, la vendita on line e a domicilio sta modificando il concetto di piazza di spaccio, l’uso di crypto monete e le transazioni web sostituiscono il fruscio dei soldi contanti, le comunicazioni criptate nel dark web sostituiscono i pizzini. Una nuova generazione di boss vestiti con i marchi in voga, a loro agio negli uffici del business internazionale, sta prendendo il posto dei vecchi padrini e comanda gruppi armati di droni e visori.

Nelle nuove frontiere di accumulazione che si aprono, lo scontro per esserci è senza esclusione di colpi. In questo senso il settore è perfettamente in linea con il capitalismo dell’oltreumano.

Segnaliamo alcuni libri ed articoli che ci aiutano ad allargare lo sguardo.

  • “Narcotopia” di Patrick Winn

“La storia vera e mai raccontata dei Wa, una tribù birmana di ex cacciatori di teste che gestisce il più potente narco-stato al mondo. Una nazione a tutti gli effetti, con le sue leggi, le sue strade, le sue scuole e un esercito permanente, la cui economia si fonda sull’eroina e sulla metanfetamina che i Wa – da decenni nel mirino della DEA e della CIA – producono ed esportano in tutto il globo.”

Il periodo raccontato va dagli anni quaranta ad oggi. Lo scenario è un pezzo di territorio tra Myanmar (ex-Birmania) e Cina. Le vicende dei Wa si intrecciano con quanto avviene in zona: la rivoluzione cinese, le operazioni americane di Cia e Fbi con i rispettivi interessi, i signori della guerra nell’area, le radici del potere dei militari in Birmania, l’ascesa delle potenze asiatiche a livello globale. Insomma, mezzo secolo e più di storia si specchiano nelle vicende di questa popolazione all’inizio di cacciatori di teste, che guidata da leader, a volte in duro scontro tra loro, riesce non solo a sopravvivere ma a governarsi a tutt’oggi per conto proprio. Venendo ai fatti più recenti spicca un personaggio: Wei Hsueh-kang. Una vita a dir poco spericolata lo ha portato oggi ad essere un magnate del Myanmar oltre che leader dell’Esercito dello Stato Wa Unito. E’ stato lui per esempio ad avere l’intuizione di affittare il territorio Wa ad altri gruppi criminali locali, come i cinesi, per produrre droghe chimiche.

Spunti

Il narcotraffico è da sempre al centro delle trasformazioni fondamentali dell’economia globale (la guerra dell’oppio docet, come è magistralmente raccontato dalla trilogia di Amitav Ghosh). Oggi in Asia le droghe chimiche vanno alla grande, vendute a poco costo come in Thailandia, e i narcos locali fanno guadagni enormi.

  • “Stupéfiant Moyen-Orient – Une histoire de drogue, de pouvoir et de société” di Jean- Pierre Filiu

“Oltre a mettere in prospettiva l’attualità, tenendosi lontano dai cliché, l’ambizione del libro è di ricostruire la trama storica del Medio Oriente alla luce della produzione e del consumo di stupefacenti. Un viaggio affascinante attraverso i secoli, dall’antichità all’epoca contemporanea. Una storia di potere e di società, che conferma sulla lunga durata, che “più la repressione è dura e più le droghe lo sono”. Una lezione da meditare.

C’è un capitolo che si intreccia con l’attualità recentissima: il captagon, l’anfetamina che va per la maggiore nei paesi arabi, dal Golfo al Marocco. Epicentro della produzione: la Siria. Il dittatore Assad se ne è andato – meno male – portandosi dietro in Russia parte dei soldi dell’economia del paese, accumulati attraverso la produzione e circolazione del Captagon. Anche se non se ne parla, non è certo un mistero che il PIL della Siria si reggeva sui laboratori di produzione del Captagon. Prima li gestiva l’Isis, poi il governo di Assad. E ora cosa faranno i nuovi padroni della Siria, frammentata tra gli interessi dei poteri locali, regionali, internazionali? Continueranno la produzione o questa verrà spostata in qualche paese limitrofo? Di certo non verrà fermata, visto i profitti che genera. Nel libro si parla un pò di tutti i paesi dell’area. Si scopre così che in Iran l’eroina, e non solo quella, colpisce duro come in Iraq.

Spunti

Cambiano i nomi, la composizione della mercanzia ma all’ombra del proibizionismo i guadagni sono floridi ovunque ed ovunque i profitti finiscono per transitare dal mercato nero a quello bianco.

  • Macro mafia. La multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo” di Floriana Bulfon

“Chi sono i nuovi boss che stanno rivoluzionando la criminalità internazionale? E quali sono i clan che dominano il mercato mondiale della droga, da Napoli ad Amsterdam? Sono baroni invisibili: si incontrano nei grattacieli di Dubai per celebrare matrimoni fastosi e muovono tonnellate di stupefacenti nei porti di tutto il mondo. Gestiscono investimenti miliardari dall’insospettabile Cipro e nascondono dipinti di Van Gogh tra i condomini di Castellammare di Stabia… conoscono la forza dell’innovazione, creando reti di cellulari invisibili e banche online per le criptovalute. È questa la nuova mafia, una Macro Mafia internazionale che va dal Sudamerica all’Italia, dall’Olanda agli Emirati, dall’Irlanda all’ex Jugoslavia.”

Il testo è dell’aprile 2023 ma resta interessante per lo spaccato di cosa è oggi il mercato globale delle droghe, innervato nell’economia finanziaria, quella che produce denaro da denaro. Attraverso il testo conosciamo alcuni personaggi che incarnano il nuovo business e scopriamo che le loro strade si sono intrecciate a Dubai. Ma cosa ci facevano a Dubai?

Daniel Kinahan, irlandese, è ancora ricercato, promoter di boxe, nominato dall’Alta Corte d’Irlanda come una figura di spicco nel crimine organizzato su scala globale.

Edin Gacarin, bosniaco, ora arrestato, conosciuto come Tito. Gli inquirenti dicono di lui che operava per «acquisire il controllo del paese servendosi dei soldi del narcotraffico».

Ridouan Taghi, marocchino-olandese, in galera e condannato all’ergastolo, il cui nome è associato alla Mocro Maffia, che opera tra Marocco e Europa.

Raffaele Imperiale, italiano di Castellammare di Stabia oggi detenuto in Italia, pare collabori dopo essere stato estradato da Dubai, salito alle cronache nel 2016 per aver consegnato allo Stato italiano due quadri di Van Gogh, esperto prima nel traffico e recentemente nel riciclaggio (la sua storia è raccontata nel libro “Il narcos” di Daniela De Crescenzo e Tommaso Montanino).

Spunti

I flussi economici del settore droghe e criminalità in genere sono un ganglio essenziale di fondi investimento, joint venture globali e imprenditori. Quale location migliore che Dubai o qualcun’altra delle megalopoli del Golfo per fare affari di ogni tipo, lavando soldi, stirandoli e ripiegandoli, sbiancandoli a dovere?

  • “La historia secreta” di Anabel Hernadez

“Tutto indica che in realtà AMLO non era l’uomo che veniva a rompere il sistema criminale, ma bensì il suo cavallo di Troia, uno degli strumenti in più del Cartello di Sinaloa per portare a termine il suo piano di conquista della nostra nazione.”

L’autrice è una giornalista conosciuta in Messico per vari libri, tra cui “Los señores del narco”, dedicati a quello che lei definisce narco-sistema in Messico. Il libro illustra come l’ex Presidente, Andres Manuel Lopez Obrador, AMLO, fin dal 2006, quando inizia a tentare di diventare Presidente, fino al 2018, quando ci riesce, ha ricevuto fondi e supporto dal Cartello di Sinaloa. Il libro all’uscita ha avuto non pochi problemi in Messico perché il tema è di scottante attualità come racconta la stessa autrice nel suo podcast Narco-Sistema. https://open.spotify.com/show/5jrWRJhdOqSsxBFaZkPHv5.

Le complicità, tra il passato governo di AMLO, quello attuale di Claudia Sheimbaum, l’intero partito Morena e i narcos, diventano sempre più evidenti. Da quando il libro è uscito a metà del 2024 in Messico ne sono successe di tutti i colori: dalla detenzione rocambolesca de El Mayo Zambada negli Stati Uniti, fatta con l’aiuto di uno dei figli del suo ex socio El Chapo, alla condanna a più di 38 anni di carcere a New York dell’ex Segretario per la Sicurezza del Messico Garcia Luna per traffico di droga e corruzione in complicità con il cartello di Sinaloa.

Attualmente nel nord del Messico, nello stato di Sinaloa, è in corso la guerra per la successione alla guida del Cartello di Sinaloa, o come si chiamerà, tra i figli del Chapo e gli eredi del Mayo Zambada. I morti negli ultimi mesi non si contano più e ci sono centinaia di desaparecidos. I due vecchi leader del passato, El Chapo e El Mayo, sono in carcere negli Stati Uniti e così anche parte dei loro eredi e stanno collaborando con le autorità americane.

Su tutto incombe l’ordine esecutivo firmato da Trump il 20 gennaio 2025 in cui i cartelli della droga vengono designati come organizzazioni terroristiche straniere, tra questi ci sarebbero i narcos messicani, la Mara Salvatrucha (MS-13) salvadoregna, la venezuelana Tren de Aragua (Trump ha dato 14 giorni alle varie Agenzie per essere più precisi sui nomi …). Una mossa che, oltre ad inserirsi nel più ampio ridisegno delle relazioni con il “cortile di casa” americano, si salda con la questione del confine sud degli States e permetterebbe agli Usa di operare in Messico e non solo. Dall’altro lato, in tutto il centro e Sud America ed in particolare in Messico, si sta rinfocolando l’orgoglio nazionale, c’è chi fa squillare le trombe della resistenza agli invasori yankees, con in testa i cartelli della droga, come il Cartello Jalisco Nueva Generación che si sta armando.

Spunti

La situazione è caotica in tutto il continente americano ma di certo i traffici non si fermano. La produzione e circolazione, non solo del micidiale Fentanyl, sta continuando negli States con effetti devastanti come racconta il romanzo “Demon Copperhead” di Barbara Kingsolver. I morti nelle strade americane non si contano e si stanno testando nuovi prodotti, mentre le droghe old style continuano ad attraversare i confini, così come i soldi prima sporchi e poi ripuliti.

  • Coca, dall’Ecuador all’Albania

Su questo argomento non abbiamo libri da consigliare ma articoli vari che si possono trovare in giro per il web. Anche questo è un modo di leggere, girare tra le tante info ma farlo con uno scopo, piegando la mole di informazioni alla propria curiosità, mantenendo sempre una bella dose di pensiero critico. La cocaina tira ancora alla grande, le vendite sono in aumento. Nel 2022 ne sono state prodotte in tutto il mondo 2.757 tonnellate, un record, con un aumento del 20% rispetto al 2021, secondo il recente rapporto globale sulla droga dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine.

Per capire come le rotte della polvere bianca sono in continua evoluzione, basta guardare a uno di quelli considerato un boss del settore: l’albanese Dritan Gjika. Dritan Gjika ha approfittato del periodo passato nelle carcere dell’Ecuador per creare una florida rete che collega produttori colombiani ai mercati europei. Ora dopo varie rocambolesche fughe è stato estradato dalla Turchia in Albania.

Quello che è stato seminato resta: dalla Colombia, tramite i porti dell’Ecuador, la coca arriva in Europa attraverso gli albanesi. Una rotta vincente che si è aggiunta alle altre consolidate, gestite da ‘ndrangheta e company e che ha permesso agli albanesi di primeggiare. In una inchiesta della Procura di Brescia si dice che la coca arrivi in città in grandi quantità per poi essere venduta in tutto il nord Italia; i contanti ricavati dalla vendita pare tornino in Albania con autobus di linea, il tutto gestito con telefoni criptati da un tal Clan Cela.

Spunti

Le rotte inaspettate del narcotraffico attraversano il globo creando alleanze inedite e mettono al centro luoghi inattesi. Sono reti, alleanze flessibili, in movimento. Rappresentano gangli di potere economico che ridisegnano potentemente i territori che attraversano.

Finally

In un momento in cui ci si preoccupa di cosa si mangia, cosa ci si mette, dove vanno i dati che ognuno fa circolare nel web forse varrebbe la pena quando si sniffa, si fuma, si ingoia, si inietta qualche cosa che a che fare con questo mercato, fermarsi a pensare: dove si arriva se si seguono i soldi spesi? Banalmente, ai profitti miliardari di pochi – armati fino ai denti – fatti sulla pelle di molti.

A cura di Settimo scaffale

Flusso intergenerazionale informale di persone, per ora umane, a cui piace leggere e condividere.