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La scienza che parte dal basso: Officina SCIFT presenta un algoritmo globale e open per leggere le città e le isole di calore urbane

In copertina: Risultati dell’algoritmo SCIFT su Bologna (Periodo di riferimento: estate 2025)

Dalla collaborazione tra l’Officina SCIFT (Officina di Scienza, Climattivismo, Immaginazione, Formazione e Tecnologia), luogo di convergenza di attivistə e scienziatə, provenienti da varie università (Bologna, Torino, Padova, Parigi) ed enti di ricerca (ENEA), ed il Centro di Eccellenza Jean Monnet on Just Fossil Fuel Transition dell’Università di Padova
(Dipartimento ICEA), è stato pubblicato sulla rivista scientifica peer-reviewed Journal of Sustainable Geosciences: People, Planet and Prosperity (Elsevier, 2025), un lavoro collettivo di ricerca tra accademia e movimenti sociali nell’ambito del climattivismo urbano dal titolo: “A global approach to mapping surface urban heat islands using open data and collaborative technology”.

L’articolo open-access presenta il primo algoritmo globale open-source per l’analisi delle isole di calore nel contesto urbano. Questa ricerca nasce dalla crescente necessità di creare percorsi inclusivi di democratizzazione della conoscenza scientifica tramite l’uso di dati e tecnologie per lo sviluppo di strategie e piani che preparino le città a rispondere in modo proattivo agli eventi estremi e i relativi impatti in città.

Secondo il nuovo Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” pubblicato da ISPRA a fine Ottobre 2025, il tema del consumo di suolo è una delle sfide più importanti nei contesti urbani italiani. Solo nel 2024, oltre 83 km² di suolo naturale, con un consumo netto di 78,5 km² (il valore più alto degli ultimi dodici anni ), pari a circa quasi 8000 ettari; l’Emilia-Romagna emerge come una delle regioni più colpite, con 1.013 ettari di nuove superfici artificiali e una quota complessiva di suolo consumato pari all’8.9% del territorio regionale, al di sopra della media nazionale (7.2%). A Bologna, il suolo urbanizzato continua a crescere (+16 ettari nel capoluogo e oltre +120 nella provincia nell’ultimo biennio), mentre le differenze termiche tra città e campagna crescono, segnalando l’inasprimento delle isole di calore urbane. Questi dati evidenziano i limiti enormi della cosiddetta legge regionale contro il consumo di suolo che funge invece da volano per la cementificazione e il peggioramento della salubrità delle città.

La fotografia scattata da ISPRA dimostra e rafforza ulteriormente l’importanza di strumenti di analisi degli impatti dei cambiamenti climatici al servizio della comunità per immaginare insieme alternative urbane che mettano al centro le necessità e le esigenze delle persone più vulnerabili e marginalizzate. Il lavoro di ricerca, presentato anche a Vienna al Living Planet Symposium 2025 dell’ ESA (Agenzia Spaziale Europea), vuole mettere al centro un approccio di citizen science e di cooperazione per contribuire in modo concentro allo sviluppo di strumenti utili per supportare i processi decisionali urbani in un contesto di crisi climatica, rendendoli inclusivi e aderenti con i bisogni dell’ecosistema urbano e della popolazione. L’algoritmo, scritto in R e Python e liberamente disponibile su GitHub – Officina SCIFT, utilizza solo dati open (radianza termica (°C) da immagini satellitari Landsat, altitudine (m s.l.m.) da SRTM, copertura del suolo da OpenStreetMap). I quattro output che elabora e restituisce, sono:

La media stagionale della Land-Surface Temperature (LST) nella stagione calda
espressa in °C;
● Le metriche statistiche di deviazione standard e intervallo interquartile per restituire la stabilità dei dati cartografici ottenuti;
● La mappa SUHII (Surface Hurban Heat Island Index) relativa all’intensità dell’anomalia termica tra l’area urbana analizzata e le zone rurali circostanti, espressa in °C;
● La mappa SUHII normalizzata, con valori tra 0 e 1 (min-max), per facilitare la lettura e interpretazione delle zone più critiche della città considerata.

L’approccio è globale ma nasce da esperienze locali: a Bologna, e soprattutto in zona Pescarola, il gruppo SCIFT ha già sperimentato l’uso partecipativo delle mappe e di sensori mobili durante le biciclettate di climattivismo.
La perdita crescente di aree verdi e l’aumento del rischio climatico per le città rendono questo algoritmo una base scientifica solida per azioni collettive e politiche urbane più giuste e basate sui dati.


L’algoritmo, reso accessibile in modalità open-access, riduce le barriere tecnico-scientifiche e promuove un uso pubblico e trasparente dei dati climatici. Permette di individuare quartieri vulnerabili alle ondate di calore, stimare la distanza dalle aree verdi e supportare strategie di adattamento urbano. Il codice mira a promuovere un immaginario alternativo di pianificazione e progettazione inclusiva delle città, che sia più equo, giusto, consapevole, solidale basato sulla giustizia climatica e sui diritti umani, mettendo al centro il rapporto con i sistemi ecologici secondo una relazione mutualistica con la società umana.


L’articolo scientifico e i risultati su Bologna verranno presentati il 27 novembre alle ore 18:00, presso Spazio di Agitazione, Scienze Politiche, Strada Maggiore 45, Bologna.