Premessa: municipiozero
La realtà è sempre complessa, tutto è caotico, domani potremmo essere smentiti e dopodomani ancora di più. Ulteriore premessa: abbiamo bisogno sempre di avere un approccio alla ricerca e all’analisi che contenga anche un pizzico di ironia ed anche autoironia, che non guasta mai. Detto questo, tre anni fa, abbiamo iniziato a chiederci in che tempo viviamo. Abbiamo scelto, per leggere il presente di veleggiare in libertà, scaricando le zavorre delle ideologie, dei post e delle certezze valide per ogni stagione. La ricerca ci ha portato a definire Oltre l’umano il tempo in cui siamo entrati, come abbiamo scritto nei nostri due precedenti interventi, Oltre l’umano – Oltre i post non si può mettere il dentifricio nel tubetto e Oltre l’umano #2 – Il futuro inizia adesso
Oggi Municipio Zero apre una nuova fase in cui vogliamo impegnarci a sviluppare con costanza interventi di analisi, “editoriali” a scadenza periodica, per approfondire la discussione di cui sentiamo c’è necessità oltre ovviamente a socializzare la ricchezza di tutto quello che fanno i Municipi Sociali a Bologna.
Incipit: l’esito delle elezioni americane è l’Oltre umano
Quando pensavamo di avere tutte le risposte, d’un tratto, cambiarono le domande.
Mario Benedetti
Le elezioni negli States, con la vittoria del ticket Trump e Musk, ci offrono la possibilità di integrare due filoni di ragionamento politico: il primo è ‘Oltre umano come nuova era e nuovo evo’, cioè l’entrata definitiva in una nuova era (antropocene ed altro) e il superamento dell’evo della modernità e della postmodernità; il secondo è ‘il sistema capitalista come algoritmo del comando finanziario’, da cui arriviamo allo stato dei sottosistemi dopo la fine dell’unilateralismo dell’egemonia americana.
L’integrazione dei due filoni è divenuta esplicita con il ticket Trump&Musk. A questa integrazione diamo il nome di capitalismo dell’oltreumano, una forma politica che ci sembra egemonica nel breve e medio periodo.
Prima tesi: Il Capitalismo è oltreumano
Il capitalismo che abbiamo analizzato, quello che ha sviluppato l’algoritmo del capitale finanziario dentro la fase di piena globalizzazione, con la moneta che produce moneta, fu descritto, per certi versi giustamente, con attributi di staticità, astratto in circuiti chiusi separati, con “algoritmi predisposti per perpetuare un ordine che non cambia mai”, come se al suo interno non avesse ulteriori processi oltre la gestione di comando. Il capitale, per come lo abbiamo osservato, una volta raggiunta una forma di comando globale, si poneva cioè il problema di gestire i processi di valorizzazione così come si erano dati. Oggi, dopo le elezioni USA, ci è più chiaro come siamo giunti ad una nuova forma di capitale ed ad una nuova frontiera dei processi di valorizzazione capitalistica.
Primo corollario: Il capitalismo non è solo parassitario, non vive solo di rendita ma è anche movimento reale che trasforma l’ordine di stato di cose presenti. Ed usiamo proprio questa espressione per aggredire fino in fondo la portata dell’azione capitalista. Abbiamo di fronte una messa in gioco di nuovo dei processi di valorizzazione, che apre in maniera definitiva la competizione capitalistica dentro un terreno inedito. Non è più solo gestione del comando ma anche un inizio di competizione capitalistica globale attorno alle nuove frontiere della valorizzazione.
Definizione: Le nuove frontiere della valorizzazione sono il prodotto di quello che noi abbiamo chiamato Oltre l’umano, ovvero la capacità umana di produrre accumulazione e valorizzazione con le caratteristiche tecnico-scientifiche dell’oggi, quelle che spaziano dall’IA alla robotica, dai satelliti al metaverso, muovendosi tra la fisica quantistica e le biotecnologie agendo nella triplice realtà ovvero virtuale, spaziale e del territorio. (https://satellitemap.space/?constellation=starlink)
Secondo corollario: Un nuovo processo si è messo in moto in maniera egemonica. Ovviamente non è una cosa che appare all’improvviso. Negli anni scorsi avevamo assistito ai suoi prodromi, basti pensare alla diffusione dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, all’esordio dell’impero di Musk, al principio del filone transumanista. Senza dimenticare quanto è successo con la nascita a suo tempo della Sylicon Valley, sviluppata a partire dai primi pionieri della rete. Abbiamo vissuto e viviamo in diretta questi cambiamenti in costante evoluzione. La svolta dell’AI definisce un prima ed un dopo, un passaggio per certi versi epocale come fu l’invenzione della scrittura. Oggi siamo di fronte al fatto che una parte della composizione di capitale, un tempo solo d’avanguardia e per certi versi antinomica con la sua maggioranza, con l’elezione di Trump si pone come egemonica nell’attuale frontiera di comando e leader del processo di auto-valorizzazione del capitale. Una nuova tendenza reale del processo di valorizzazione capitalistica si è messa in moto, anche in termini di concorrenza e di competizione, ed infatti partecipa al Governo nordamericano. L’Inghilterra industriale dell’800 in madrepatria mantenne formalmente separate queste funzioni, ma nei territori di confine a legiferare erano gli stessi Cecil Rhodes, così come a legiferare per la ‘semplificazione’ digitale e per la geopolitica dell’esplorazione spaziale sarà Musk.
Non si tratta più soltanto di gestione del comando finanziario. Dentro il comando finanziario, sistema che comprende tutti i sotto-sistemi, si è messo in moto un nuovo processo di competizione capitalistica che vede nel capitalismo dell’oltreumano la frontiera della valorizzazione. Non stiamo parlando di un fulmine a ciel sereno, ma dei meccanismi di sviluppo capitalistico in relazione alle dinamiche di sviluppo della lotta di classe, della costante tensione tra sfruttamento e liberazione, ma anche degli scontri interni al capitale tra parassiti e nuova valorizzazione. Alla fine degli anni ottanta di fronte alla messa in crisi del capitale fordista e post fordista si è prodotta la globalizzazione, poi c’è stata la crisi dell’egemonia americana dentro la globalizzazione e siamo arrivati al sistema unico globale in termini di comando finanziario globale. Dentro questa nuova fase assistiamo ad un nuova rottura.
Definizione: Il capitalismo è un rapporto. Il capitalismo è un rapporto di produzione che se non mantiene questa dinamica si esaurisce. Esso non può vivere di rendita o soltanto in una dinamica parassitaria sui processi di accumulazione e di valorizzazione, ma deve produrre nuove frontiere dei processi, deve andare oltre. Questo è il suo affanno ma è anche la sua forza. Il capitalismo sussume all’interno questa sua grande capacità di essere elemento che comanda ma anche che trasforma continuamente lo stato di cose presenti. Speravamo che si sviluppasse l’alternativa al capitalismo, ma oggi questa dinamica non c’è ancora, non si intravede. Chiaramente non è detto che non ci sarà – come non c’è mai la fine della storia – ma in questo momento è il capitalismo stesso che si è messo in moto dentro nuove frontiere. La forza che ha prodotto le dinamiche di superamento della modernità e della post modernità ha avuto momenti di stasi processuale e sembrava non avere altri sbocchi. Oggi quella stessa forza si è messa in moto, assumendo in maniera compiuta e dispiegata l’oltreumano nei suoi processi di valorizzazione.
Terzo corollario: Essere contro ed essere per. Cosa significa per noi tutto questo? Che sempre di più l’oltreumano come categoria materialista di comprensione diventa centrale nell’essere contro e nell’essere per. Il combattimento si svolge dentro questa dinamica e per combattere bisogna conoscere, avere gli strumenti per essere all’altezza di determinare un’alternativa possibile. La messa in gioco del capitalismo dell’oltreumano, ovvero l’attuale capitalismo, ridiventa movimento reale che trasforma l’ordine di cose presenti, ma ancora una volta con un’apparente assenza di alternativa. Sottolineiamo apparente, perché non dobbiamo mai essere categorici. Per adesso è così: il capitalismo conserva, comanda e poi quando serve si fa rivoluzione. Per ora…
Seconda tesi: I movimenti dei e nei sottosistemi
Un aspetto importante da capire nell’integrazione tra capitalismo dell’oltreumano e algoritmo del capitale finanziario è quello che riguarda i sottosistemi di ogni tipo essi siano, statali e non, legali ed illegali, religiosi ed imprenditoriali.
Lo sviluppo di sottosistemi è frutto della messa in crisi dei precedenti assetti di comando in relazione alla lotta di classe, ovvero la crisi della dinamica unipolare ad egemonia americana. Questa dinamica ha prodotto nel sistema dell’algoritmo finanziario una fase di destabilizzazione permanente sul piano generale. I sottosistemi non solo stanno producendo caos e instabilità, guerra tra sottosistemi, ma si è generato un intreccio tra guerre e rivolte mai visto prima.
Terza tesi: Guerra e rivolte compongono la guerra civile permanente globale
Basta accendere una televisione o buttare un occhio in rete per capire che non siamo di fronte solo a una riproposizione di sottosistemi che si combattono nella forma classica della guerra fra sovranità, vecchie e nuove. Questa situazione generale ha messo in moto, dentro e fuori i vari contesti, elementi di rivolte di ogni tipo; per questo dobbiamo parlare non di guerra, ma di una combinazione di guerre e rivolte. Siamo di fronte ad una realtà che definiamo con il concetto di guerra civile permanente. Usiamo la definizione guerra civile, spogliandola dell’aurea automatica e mitica di guerra civile come anticamera dell’insurrezione, a sua volta anticamera della rivoluzione. Se siamo di fronte ad una guerra civile permanente e globale non è più possibile utilizzare il classico “no alla guerra – sì alla pace” del pacifismo tout court. E’ uno slogan semplicemente inutilizzabile di fronte a una struttura di comando che è più complessa e tocca anche contesti dove lo spettro è quello della guerra civile. Il concetto di guerra civile permanente va posto come elemento di categoria politica, perché come il capitalismo oltreumano accorpa e rende più chiare due forme di cambiamento materiale intrecciate ed interconnesse. È spiazzante vedere accostati i due elementi in ogni momento, ma così è, e solo riconoscendolo possiamo iniziare a dire cose utili ed intervenire per supportare soggetti e realtà che vivono in situazioni specifiche di guerra o di rivolta. Le semplificazioni non solo sono inutili ma anche dannose perché portano in strade chiuse a sbattere contro i muri o peggio ad alimentare visoni miopi e distorte. La dinamica di guerra civile permanente in cui siamo immersi è variegata, ha tanti segni. Dobbiamo sforzarci costantemente, anche se costa fatica, di comprenderli meglio per poter agire.
Quarta tesi: Musk non è Ford
Bisogna aggiungere altri pezzi nel puzzle. La ricerca di una gerarchia è un elemento interno anche ai nuovi processi di valorizzazione capitalista, come è sempre stato. Il capitalismo ha bisogno di gerarchie sul piano globale ed in questo la vicenda Trump/ Musk è illuminante. Il capitalismo oltreumano per essere egemone ha bisogno di forme di sovranità che gli permettano di liberarsi di lacci e lacciuli del passato. Stiamo parlando di un capitalismo che non guarda al welfare, perché guarda alle macchine. Il fordismo si fondava sull’operaio massa che doveva produrre alla catena di montaggio e il post fordismo nella sua dinamica sociale doveva mantenere la forza lavoro sana e robusta. Finora abbiamo avuto forme di capitalismo in cui il salario diretto ed indiretto erano elementi connessi e la riproduzione sociale era un tema d’agenda negoziale. C’era bisogno che la forza lavoro umana fosse in salute, scolarizzata, capace di lavorare e quindi consumare.
Corollario: tutto il denaro alle macchine
Il capitalismo oltreumano opera un cambiamento di fondo, guarda all’ibrido, alle macchine, fino a prefigurare la possibile sostituzione completa della forza lavoro umana. Certo questa è un astrazione che può sembrare folle, ma è una traiettoria di significato che anche se non diventa realtà fattuale traccia una visione dentro cui operare e su cui basare le scelte contingenti. Per semplificare, Musk non è Ford. Sono storie capitalistiche che hanno una materialità d’azione diversa, che determinano effetti differenti. Il fordismo presuppone la riproduzione della classe operaia; il muskismo no. Se comprendiamo questo capiamo anche l’alleanza Trump con Musk. Musk si droga, fa figli surrogati, è partito come libertario che flirtava con i democratici, insomma non è certo il simbolo della triade patria/Dio/famiglia. Cosa lo lega a Trump se non un’alleanza per ridefinire le regole del gioco a proprio vantaggio in America e non solo?
Cosa ci vede invece Trump in Musk se non utilizzarlo per implementare Make America Great Again nel capitalismo oltreumano? È una coalizione di scopo per la lotta egemonica sulla frontiera, quanto durerà questa sinergia si vedrà. Per ora ambedue fanno i propri interessi. Poi forse andranno in collisione. Potremmo usare un vecchio detto sui due galli nello stesso pollaio oppure usare la definizione più moderna di alleati/nemici, cioè alleati che diventano nemici o nemici che diventano alleati, che va per la maggiore in tutti i contesti oggi.
Quinta tesi: Oltredemocrazia
Per il proprio sviluppo il capitalismo oltreumano ha bisogno di superare la forma data di democrazia liberale e dello stato sociale. O per meglio dire: la democrazia liberale viene profondamente modificata, liberata dalla pesantezza del bilanciamento dei poteri a favore dell’efficienza centralizzata, sfoltita dall’accumulo di leggi, in particolare sui temi sociali e dell’ambiente, frutto delle conquiste passate. Insomma, si vuole una democrazia snella, plebiscitaria, funzionale alle accelerazioni necessarie per lo sviluppo del capitalismo oltreumano, che governa per decreti. Questo processo di modificazione della democrazia liberale lo definiamo come oltredemocrazia. Restando in America, per Trump america first non è un ragionamento vecchia maniera sul terreno della tenuta militare, con annesso il ferrovecchio della Nato. Allearsi con Musk può servire per affermare una nuova forma di egemonia a marchio stelle e strisce dentro i processi di accumulazione capitalistica in divenire. Se l’apparato produttivo di Musk per la Tesla ritornasse in America dalla Cina e se lì si iniziasse a produrre semiconduttori, sarebbe ben più facile per l’America realizzare il sogno di tornare grande e per gli americani doc di essere assunti nei posti di lavoro che si creerebbero.
Al tempo stesso per Musk, Trump rappresenta la forma per andare oltre la democrazia così come è oggi, per eliminare i vincoli che si frappongono allo sviluppo per primeggiare nelle nuove frontiere capitalistiche. Musk e Trump sono X, contenitori e produttori. Allo stesso modo sono SpaceX; non si conquista la frontiera legibus soluta dello spazio senza la copertura politica delle armi dello sceriffo. E se voglio essere il numero uno nel lancio dei missili spaziali è per lo meno fastidiosissimo che un ente governativo ambientale faccia chiudere una base spaziale perché la costruzione disturbava una specie di uccelli in via di estinzione o che non venga dato l’appalto per realizzare la connessione rurale degli States, visto che l’operazione vale miliardi di dollari da mettere in cassa.
Epilogo
Sono tutte cose fluide, in movimento e caotiche: modificazioni che vanno viste in forma parziale, un work in progress però quanto mai reale. Presentarle in una forma ancora più schematica può aiutarci ad usare una specie di bussola per non girare a vuoto nella contemporaneità, anche se tutto può modificare rapidamente anche nel giro di pochi mesi: il capitalismo oltreumano determina l’oltredemocrazia, ma bisogna essere chiari sul fatto che non stiamo parlando della ripetizione della dittatura, del golpe. Non si stanno ripetendo cose passate, basta pensare a Orban o a Trump per capire che sono fenomeni incistati nell’oggi, capaci di stare formalmente nella democrazia liberale, cambiandone strutturalmente e profondamente l’assetto.
Continua: L’Oltre umano / Capitolo Quarto. Salire sull’onda senza nostalgia per la risacca