Apprendiamo che la Prefettura ha autorizzato l’apertura di un centro di accoglienza per richiedenti asilo presso l’ex Caserma Gamberini di Ozzano, che potrà contenere fino a 300 persone. Come dichiarato dal Prefetto Visconti, le persone saranno accolte in container prefabbricati, “secondo il modello del CAS Mattei”. Il centro sarà gestito dalla Cooperativa Nova Facility Srl, che già gestisce il centro di accoglienza straordinaria della Caserma Serena in provincia di Treviso e che ha collaborato nella gestione dell’hotspot di Lampedusa fino alla scorsa estate, oltre aver lavorato in diversi altri centri di accoglienza in Italia. Un’azienda tristemente nota alle cronache per la cattiva gestione dei servizi offerti alle persone migranti all’interno dei suoi centri, volta alla speculazione e arricchimento sulla pelle e vite delle persone accolte.
Denunciamo come irresponsabile questa scelta per almeno tre motivi:
– La grande dimensione del centro e l’ubicazione isolata condannano le persone richiedenti asilo ad una accoglienza disumanizzante; una vera e propria segregazione che condanna le persone ad essere corpo estraneo nel territorio anziché future cittadine;
– Il contratto d’appalto all’ente gestore non menziona alcun servizio finalizzato ai percorsi di inclusione delle persone ospiti, in linea con le nuove disposizioni del decreto legge n. 20/2023, conosciuto come “Decreto Cutro”, che cancella i servizi di insegnamento della lingua italiana, di orientamento legale e al territorio, di assistenza psicologica per i Centri di Accoglienza. Le persone accolte saranno di fatto parcheggiate lontane da un centro abitato, senza informazioni e senza poter sviluppare i minimi strumenti di autonomia utili a progredire nel proprio percorso di vita;
– Nova Facility Srl è stata oggetto di mobilitazioni di denuncia da parte delle persone richiedenti asilo accolte all’ex Caserma Serena di Treviso, letteralmente abbandonate a se stesse durante il periodo pandemico. Non solo le persone ospiti hanno dovuto affrontare gli effetti della pandemia senza alcun supporto da parte del personale gestore di Nova Facility, ma quando hanno protestato contro l’assenza di misure di sicurezza e protezione durante un pericoloso focolaio di Covid-19 si sono ritrovate per tutta risposta un presidio permanente delle forze dell’ordine all’interno della struttura. Quattro di loro sono state processate con le accuse di devastazione e saccheggio, chiaro segnale di criminalizzazione del diritto di dissenso, e rinchiuse in carcere in regime di isolamento. Chack Ouattarea era uno di loro, vittima di questa ingiustizia, rinvenuto senza vita in carcere nel novembre 2020 dopo tre mesi di detenzione nel carcere di Verona. Qualche giorno fa, le accuse per tutti gli imputati sono definitivamente cadute e le persone rilasciate, ma non dimentichiamo che la scomparsa di Chack rimane una responsabilità in capo a Nova Facility srl e alla sua gestione criminale del centro di accoglienza di Treviso.
Questa non è l’accoglienza di cui abbiamo bisogno e la Prefettura di Bologna deve subito revocare l’appalto a questa azienda!
Con la manifestazione del 14 ottobre scorso migliaia di persone migranti e italiane insieme hanno denunciato le inumane condizioni di accoglienza presso il CAS Mattei di Bologna, dichiarandolo un modello per il fallimento di ogni ipotesi di inclusione, libertà e democrazia.
La costruzione di un grande centro, isolato e per di più affidato ad una azienda come Nova Facility Srl è qualcosa di inaccettabile e contro cui continueremo a batterci.
Perché le vite di Chack, Mussa, Aymen, Ezzaddi, Ashard, Wissem e di tuttə coloro che sono mortə in questi anni nei CPR, nei mega centri o in prigione non siano state perse invano.
No alla speculazione di Nova Facility Srl sulla pelle delle persone migranti!
Inclusione, libertà e democrazia per tutte!
Yabasta Bologna