Apprendiamo che lo scorso mese è stato firmato un accordo di collaborazione per attività di utilità sociale tra ARCI Ozzano e l’impresa NOVA FACILITY srl, l’azienda gestore del Centro di Accoglienza Straordinario di Ozzano. “Rendere un servizio, tramite l’attività di volontariato, alla comunità ospitante” questo uno degli obbiettivi dell’accordo. Se consideriamo un valore il mutualismo che, chi scrive, pratica sotto diverse forme (scuola di italiano per migranti, sportello legale, progetti come AIR a Làbas per senza dimora, Laboratorio Salute Popolare -dove già diverse persone lì accolte sono venute a curarsi- e tanto altro che portiamo avanti con decine e decine di attiviste ogni giorno) consideriamo però un pericolo la sussidiarietà. E se non è sempre dovuto, partendo dal mutualismo, fare politica cioè lavorare per il bene comune anche al di là delle situazioni con la quale si entra in contatto, crediamo diventi un grave sbaglio stringere accordi di questo tipo.
I motivi sono tanti e ci sembra assurdo che chi ha fatto questo accordo non abbia avuto una lettura del contesto. Le persone accolte devono avere i documenti e il reddito per poter vivere in autonomia. Pensare che il volontariato sia dovuto per smacchiare il “peccato originale” di essere venuti nel “nostro” territorio avalla l’ideologia della peggiore destra. Il volontariato dev’essere una scelta individuale consapevole, e non un obbligo o un ricatto nel percorso di migrazione.
Chi ha fatto questo accordo crede nella libertà di movimento? Inoltre, dietro questi accordi spesso si maschera lavoro nero non retribuito. Perché impiegare i migranti gratuitamente per pulire le aiuole e per la cura del verde pubblico e non pagare chi lo fa di mestiere? Questo in particolare rischia di essere qualcosa di molto pericoloso che ricorda perfino lo schiavismo.
La proposta di percorsi di integrazione non può andare in questo senso, pensiamo che Bologna abbia molto da offrire e un confronto con chi lo fa da anni potrebbe aiutare a rientrare dall’abbaglio sia il Comune di Ozzano, che a quanto sappiamo è coinvolto, sia a chi si è reso disponibile per questo accordo con NOVA FACILITY. Se chi l’ha fatto ha avuto le migliori intenzioni preoccupa quanto la lettura politica, in particolare in questo momento storico, sia del tutto assente. Essere sussidiari a un modello di centro di accoglienza straordinario, come quello di Ozzano, naviga in senso opposto all’accoglienza diffusa rafforzata dagli enti locali del territorio. L’offerta di sostegno ai migranti dev’essere a favore delle persone ma contro chi specula, contro la logica del governo di grandi, enormi, centri in periferia (dalle periferie della nostra città fino all’Albania) con persone ammassate in più di dieci in una camera, nascosti da tutto e tutti. Persone merce da utilizzare per il lavoro quando servono o da incarcerare nei CPR ( sistema che questo governo sta fortemente rafforzando) quando non richiesti. Come si può inoltre stringere accordi con una azienda alle cronache per mala gestione (qui un nostro articolo dell’anno scorso) sorta dalle ceneri dell’impresa Pio Guaraldo spa, chiusa per fallimento con un buco di svariati milioni.
Sappiamo inoltre che in quella caserma doveva sorgere una scuola che non è stato possibile realizzare, dopo perizie tecniche agli atti del Comune e di cui la prefettura sappiamo essere stata informata, in quanto l’ex caserma non era strutturalmente sicura. Dopo i primi container ora buona parte della struttura è abitata, anzi sempre più abitata visto che il numero delle persone continua a crescere e sicuramente continuerà a farlo durante l’estate.